L’approccio trasformativo al conflitto

L’approccio trasformativo al conflitto si base essenzialmente su di una visione del stesso come “crisi nei rapporti fra i soggetti coinvolti” (siano questi individui, come gruppi o organizzazioni). Tale stato genera generalmente, da un lato stress in chi lo sperimenta, e dall’altro, innesca atteggiamenti difensivi. È su tali elementi che occorre necessariamente lavorare prima di poter pensare di poter gestire le differenze di vedute, e di obiettivi in modo razionale e con l’intento di trovare soluzioni utili. Da un punto di vista pratica, ciò comporta passare da uno stato di stress (con le conseguenti incertezze e sensi di vulnerabilità che ne conseguono) ad uno di maggior autocontrollo; e da una situazione difensiva e di chiusura verso l’interlocutore ad una di maggior apertura e disponibilità. I due fattori comprensibilmente si condizionano a vicenda.

Ciò può esser fatto autonomamente da chiunque si trovi in una situazione conflittuale, ma spesso risulta utile un supporto esterno. Per tale ragione, l’applicazione pratica della teoria trasformativa ha trovano una sua prima espressione nel campo della mediazione (dove, appunto, un terzo mediatore aiuta le parti in conflitto e può supportarle in tale processo di transizione). Il testo di riferimento obbligatorio è La promessa della mediazione, un libro scritto nel 1994 (e consistentemente rivisto poi nel 2005) da due accademici, il prof. Robert Baruch Bush della facoltà di legge presso la Hofstra University di New York e Joseph P. Folger del dipartimento di Psicologia della Temple University di Philadelphia.

Maggiori dettagli sulla mediazione trasformativa nell’intervista a G. Leone. Per un frammento di ‘interpretazione autentica’, J Folger intervistato sulla mediazione trasformativa. Estratto video di Judy Saul, mediatrice in un conflitto familiare.

Negli ultimi tempi si è tornati a considerare possibili applicazione dell’approccio in situazioni diverse dalla mediazione: è stato così lanciato un progetto relativo alla gestione autonoma del conflitto, con applicazioni in particolare alle ipotesi di negoziato.

Da anni il think tank dell’approccio trasformativo è l’ISCT (Istituto per lo Studio della Trasformazione del Conflitto) con base a Dayton, Ohio. Il sito curato dall’ISCT (www.transformativemediation.org) contiene una notevole mole di informazioni utili agli interessati ed a questo senz’altro rinviamo il lettore.

Eventi formativi sul tema sono alla pagina TRAINING & EVENTS.

Libri e contributi sono invece alla pagina PAPERS.